Di seguito un articolo apparso in La Semaine Juridique Entreprise et Affaires n° 26 del 1° luglio 2021 .
Georges Arama e Martin Riedel soci di riferimento del team di Arbitrato nazionale e internazionale dello studio klein • wenner.
(Prima edizione: La Semaine Juridique Entreprise et Affaires del 1° luglio 2021 – Lexis Nexis)
Arbitrato: le nuove problematiche legate allo sviluppo dei rapporti economici tra Stati e attori privati
Grazie alla sua flessibilità e al ruolo centrale delle parti nella conduzione del processo, l’arbitrato è diventato un vero e proprio vettore di sviluppo economico tra gli operatori privati e gli Stati.
Tra il 2013 e il 2017, il numero di Stati o enti statali divenuti parti processuali in un arbitrato della ICC è incrementato del 50%[1].
Tuttavia, poiché gli Stati non rappresentano delle classiche parti processuali, tutti i professionisti coinvolti, che siano arbitri o avvocati, hanno dovuto adattare la loro professione alle problematiche legate a tale caratteristica.
- In che modo l’arbitrato permette agli Stati e agli attori privati di incrementare il loro sviluppo economico?
MR: I tribunali arbitrali sono un “foro neutrale”. Optare per l’arbitrato permette agli attori privati di aprirsi in modo sicuro a nuovi mercati, senza il timore di doversi confrontare con una lingua straniera e un sistema giuridico di cui diffidano (a torto o a ragione). GA: Dalla nostra esperienza nel partenariato pubblico-privato in Africa, emerge che gli attori privati preferiscono che eventuali controversie siano sottoposte a una giurisdizione indipendente e non nazionale. La garanzia di un processo “denazionalizzato”, sottoposto ad arbitri esperti, garantisce e tutela lo sviluppo della loro attività. Tuttavia, in seguito alla crisi petrolifera del 2014, alcuni stati produttori di petrolio hanno assistito al crollo delle loro economie e alla conseguente impossibilità di mantenere relazioni equilibrate con i loro partner commerciali. Di fronte al moltiplicarsi dei procedimenti, dal valore economico sempre più importante, i Tribunali arbitrali si sono preoccupati di esaminare gli inadempimenti di tali Stati con minore rigidità e, talvolta, grazie al ricorso all’equità, gli arbitri sono stati in grado di emettere lodi che tenessero conto delle situazioni di entrambe le parti. Il ricorso all’arbitrato è dunque un fattore rassicurante per gli operatori privati così come per gli Stati che, con tale strumento, favoriscono il proprio sviluppo.
- Secondo la vostra esperienza, quali sono le peculiarità che fronteggiano i professionisti nel corso di un arbitrato tra Stato e società privata?
GA: Una delle particolarità della difesa degli Stati africani in un procedimento arbitrale risiede nel processo di raccolta delle prove. Gli strumenti o i metodi di lavoro degli Stati differiscono profondamente da quelli comunemente adottati dalle imprese private. A differenza di un’azienda, i cui dipartimenti sono in costante contatto, le diverse amministrazioni di uno stato spesso non dialogano e non operano tra loro in modo del tutto coordinato. Non è raro scoprire documenti che vadano contro gli interessi dello Stato o l’assenza totale di prove documentali che ne giustifichino l’operato. Il nostro ruolo di avvocati difensori consiste nel presentare tali difficoltà agli arbitri affinché considerino tali situazioni con l’opportuna accortezza e procedano al “bilanciamento” gli interessi delle parti. La ricerca documentale da parte di esperti e avvocati è anch’essa essenziale e richiede il sostegno e la prossimità ai funzionari pubblici, che spesso non hanno dimestichezza con tali procedure, e permettere in tal modo la ricostruzione cronologica dei fatti, dai primi pourparler sino all’insorgere della controversia. In fine, nel corso del procedimento arbitrale, il ruolo dell’avvocato consiste nel proporre una strategia uniforme per le diverse amministrazioni e sensibilizzare i vari interlocutori sull’importanza dei mezzi di prova per la tutela dei loro interessi.
MR: Assicurarsi i mezzi di prova è una questione rilevante anche per gli attori privati e spesso consigliamo loro di farsi accompagnati da un contract manager. Inoltre, illustriamo loro le peculiarità del mercato e, soprattutto, dello Stato con il quale si confrontano. A tal fine, Klein-Wenner dispone di un team di avvocati multiculturali e poliglotti che hanno sviluppato una forte competenza nel contenzioso internazionale e possono assisterli in francese ma anche in inglese, tedesco e italiano.
- Quali garanzie procedurali sono state messe in atto per sostenere gli Stati e le imprese private?
MR: L’arbitrato internazionale ha il pregio di offrire alle parti una celerità che è difficile riscontrare nella maggior parte dei tribunali nazionali. La confidenzialità dei lodi rappresenta un ulteriore vantaggio concreto, soprattutto alla luce della rilevanza economica delle controversie nonché della reputazione delle parti sulla scena economica internazionale.
GA: Il coinvolgimento crescente di stati nei procedimenti arbitrali ha permesso inoltre di mettere in luce la rilevanza della tutela dell’interesse pubblico. Esempio lampante è il controllo dei fenomeni corruttivi. Poiché gli atti di corruzione sono occulti per natura, i tribunali arbitrali e giudici statali, nella loro veste di juges d’appui, hanno dovuto sviluppare la cosiddetta tecnica “red flags” per riuscire a sanzionarli. Il nostro studio è stato spesso confrontato a tale problematica, in particolare nell’ambito di ricorsi di annullamento di lodi arbitrali dinnanzi alla Corte d’appello di Parigi, giurisdizione che gioca un ruolo di primo piano nella lotta alla corruzione e che ha recentemente adottato tale tecnica nel pronunciare l’annullamento di un lodo, basandosi sulla corruzione nonostante tale argomento non fosse stato sollevato durante la fase di arbitrato. Il messaggio secondo cui “il controllo operato dal giudice dell’annullamento ha una finalità propria e distinta da quella del tribunale arbitrale”[2] deve pertanto essere tenuto in debito conto dagli studi legali che, dinnanzi alla complessità delle reti corruttive e delle procedure, devono sviluppare une vero e proprio know-how nel trattare tali casi.
[1] Report ICC 2018
[2] CA Paris, 17/11/2020, n°18/02568
Georges Arama Partner
georges.arama@kleinwenner.eu
+33 (0)1 44 95 20 00
Martin Riedel Partner
martin.riedel@kleinwenner.eu
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